Wednesday, December 1, 2010

DECORAZIONI NATALIZIE

Giraffa fosforescente. Renna con abito di velluto rosso. Presepe con tetto di neve finta. Bambola di porcellana con scarpe di vernice. Pokemon giapponese parlante. Palla da baseball made in Vietnam. Ciondolo di metallo Sex and the City 2. Angioletto di cera con aureola dorata. Reggiseno di pizzo con frase ricamata “XXXmas”.

Cheesburger di plastica all’essenza di mostarda francese.


Trovare una semplice palla di Natale e’ diventato impossibile.

Comincio a sudare freddo, con Cesare aggrappato alla gamba, che ha appena esaurito i suoi cinque secondi di silenzio quotidiano.

Sono vent’anni che non faccio un albero di Natale e non mi ero accorta che le decorazioni avessero nel frattempo subito la mutazione della specie.


Ma dove credono di andare, gli alberi, cosi’ conciati?

Sarebbe come per un essere umano avere il piercing all’ombelico, la cavigliera, l’anello al naso, la cintura d’oro, il cappello di piume, il vestito di paillettes e gli occhiali specchiati. Piu’ adatto alla Lotteria di capodanno che alla notte di Natale.


Mi manca la palla.


Nella sua rotondita’, la palla da’ un senso di pacata compiutezza.

Il luccichio pacchiano della superficie curva e’ una sintesi di pura felicita’.

Il sentimento piu’ autenticamente natalizio.


La sua grassa rotondita’ nasconde anche la sorpresa. Il mistero di ‘quello che c’e’ dentro’. Il regalo che verra’. L’euforia dell’attesa.

La palla di Natale ha un suo equilibrio perfetto, tra la familiarita’ dei ricordi piu’ cari e la gioia scintillante della novita’.

La palla e’ il passato confortevole, con la sobrieta’ delle sue forme, e il futuro che ci fa sobbalzare il cuore, con la sua leggerezza.


La palla e’ modesta. Non chiede niente. Non vuole niente. Non desidera essere niente di diverso da cio’ che gia’ e’. Cioe’ una palla.

Ma a noi dรก tutto. A noi fa desiderare tutto. Di essere felici. Di fare la cosa giusta.

Di essere in pace con quello che e’ stato, e contenti di quello che verra’.


Caro Babbo Natale, quest’anno, regalami una palla.



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