Friday, May 28, 2010

GODTHAB CITY

Volo San Francisco- Francoforte. Computer di bordo. L'immagine del micro aereo che sorvola il mondo mi propone il nome di un'esotica localita' dei ghiacci. "Godthab", nel cuore della Groenlandia, a meta' esatta tra la mia citta' di partenza e la mia destinazione.


E cosi, sospesa tra la luce e il buio, l’oggi e lo ieri, il nuovo e il vecchio continente, mi ritrovo a pensare alla nostalgia in questo punto di mezzo.

Se quando sono in America mi manca l'Italia e quando sono in Italia mi manca l'America, cosa mi manca ora a Godthab?

A Godthab city non mi manca niente. Sono nella citta' perfetta. La citta' senza tempo, dove l'amore e' puro, senza limiti. Una distesa bianca di felicita'. Una citta' dove il cielo si confonde con l'anima e l'equilibrio trova il suo valore assoluto. Sono nel punto zero dell'appagamento interiore.


Dura pochi attimi. Poi l’inquadratura si allarga e compaiono altre affascinanti destinazioni-Miami, Mexico City, London, Dublin- l'aereo divora i chilometri e io non mi ricordo piu' come si stava a Godthab.


OverNorthAtlantic.jpg

LESS IS MORE?

America : "Perche’ fare tre cose male invece che una bene?"


A San Francisco ci sono ginecologi che si rifiutano di fare ecografie e dentisti specializzati solo in gengive.

Ci sono estetiste che fanno esclusivamente pedicure e poliziotti laureati in "corretta installazione di seggiolini per bimbi nella tua auto".


Oggi ho scoperto che ci sono parrucchieri che ti fanno solo la piega. Se provi a chiedere un taglio di capelli o un colpo di sole ti credono pazza.

E’un’idea talmente semplice, che fa una piega.


Poi mi viene in mente che il mio parrucchiere di Milano, per allargare il business, ha costruito un soppalco e ci ha messo 2 lampade abbronzanti ed una ‘dermatologa’ peruviana.


Italia : "Perche’ fare una cosa sola, quando ne puoi fare tre?"


Saturday, May 15, 2010

LA MIA PARRUCCHIERA VIETNAMITA

"Gli uomini tradiscono quando sono annoiati. Le donne tradiscono quando hanno bisogno di aiuto."
Disse la mia parrucchiera vietnamita tra una stagnola e l'altra dei miei colpi di sole.
E fu cosi' che abbandonai la lettura di Novella Duemila-versione US.

STRATOSFERICA

8.22 am, Beach St.
mutande a stelle e strisce, jeans senza pretese, calzettoni finto-burlington fino al ginocchio, stivali imbottiti, reggiseno nero Victoria's Secret, maglietta di cotone grigia a manica lunga, maglione nero di cashmere a collo alto, piumino azzurro ghiaccio con cappuccio in pelliccia sintetica, cappello di lana antracite con pon pon finale.

12.30, Chestnut St.
mutande a stelle e strisce, jeans senza pretese, calzettoni finto burlington fino al ginocchio, stivali imbottiti, maglietta di cotone grigia a manica lunga.

14.00, Giardino di casa mia
mutande a stelle e strisce, reggiseno nero Victoria's Secret.


E' il mio destino: vivere a strati.
E' il mio destino: da Londra a San Francisco, sempre con la stessa valigia, piena di cose che usero' tutte nello stesso giorno.

Thursday, May 13, 2010

THE EPIDURAL

Gli attori sono gia' tutti in sala. Aspettano me.
La costumista e lo scenografo hanno fatto un lavoro eccezionale, non manca niente: camici bianchi, elettrocardiogramma, flebo, scaffali ripieni di medicine, pavimenti di linoleum che sanno di disinfettante, luce asettica e un po' alienante...per un attimo ho pensato di essere in un vero ospedale.

Si gira: "Il Parto- scena 1"
Sono l'attrice principale. Devo partorire una bimba di nome Giulia. La sceneggiatura non e' complicata, solo che richiede un po' di improvvisazione.
Appena il regista mi fa un cenno, devo far finta di spingere.
Il medico mi guida: "push, now!"
Ok, spingo. Va bene cosi?
Sono abbastanza realistica?
Riprovo: magari se faccio qualche smorfia sembro piu' naturale.
Mi rendo conto che un parto e' difficile da simulare.
Spingo, spingo, spingo.
Uno, due, tre e la bimba e' nata.
La scena e'finita.

Gli attori si disperdono nella confusione generale.
La troupe si sposta in un'altra sala, dove un'altra attrice interpreta la stessa scena.

Io rimango li' ad osservarmi in silenzio, con Giulia in braccio.
Mi sento calma, distante.
La bimba dorme.

E' stato come un film.



Friday, May 7, 2010

1 DOLLAR BABY

Il supermercato brulica di gente, i carrelli vomitano sulla cassa fiumi di confezioni famiglia di ogni prodotto possibile. Se non sapessi che oggi e' un lunedi qualunque, penserei che domani c'e' la fine del mondo e la gente fa le scorte per andare a vivere sotto terra o lasciare il pianeta a bordo di astronavi federali.
Tocca a me.
Latte, pannolini, insalata, filetto, zucchine, banane, papaya, cereali. Il solito.
Conto: 34 dollari. Mentre mi accingo a strisciare la carta di credito, sullo schermo mi compare una domanda "Would you like to donate 1 dollar for disable people?" Certo, it's only 1 dollar.

Premo SI e mi sento di aver fatto qualcosa di buono oggi. Con un solo misero dollaro posso rendere felice milioni di handicappati, paraplegici e deformati di ogni sorta.
Cazzo, mi sento davvero fortunata.

La cassiera mi da' lo scontrino, e' gioiosa, e' grata "Thank you madam, you are the FIRST person that made a donation today".
FIRST PERSON?!

Sono le 16.00.


ORGANIC SANDRA

Vi presento Sandra.

A Sandra piace partorire figli nella vasca di casa sua, senza antidolorifici.
A Sandra piace bere spremute di spinaci fatte in casa per combattere i radicali liberi.
Sandra mette sempre il cappello perche' non vuole il cancro alla pelle.
Sandra compra solo giocattoli di legno con vernici ipoallergeniche.
Sandra non compra giocattoli dotati di pile.
Sandra passa l'aspirapolvere 2 o 3 volte al giorno, per evitare le allergie.
Sandra guida un'auto ibrida e muta.
Sandra si nutre di verdure organiche che coltiva nel suo orto, in centro citta'.
Sandra non usa posate o bicchieri di plastica.
Sandra non ha installato nessuna rete wireless per evitare malattie neurologiche.
Sandra usa solo detergenti di derivazione biologica.
Sandra ha insegnato ai suoi bimbi a rispettare l'ambiente.
Sandra chiude il rubinetto quando si lava i denti.
Sandra assume quotidianamente integratori probiotici.
Sandra ha abolito i latticini perche' fanno venire il raffreddore.

Sandra esiste, lo giuro.



CONFERENCE COLD

La prima volta e' scioccante . Sei nervosa, non sai dove mettere le mani, ti trema la voce, ti senti stupida...insomma, un classico.

L'email dice cosi: "To participate at the event, DIAL 888334567, then enter your password 567804".
E cosi faccio la mia prima riunione 'a distanza': il mio capo e' a Los Angeles, il mio fornitore a New York, il mio account a Chicago e la mia collega a Cincinnati.
Digito i numeri e mi risponde una specie di astronauta stitico- di quelli che si sono dimenticati quanto buona sia l'amatriciana della mamma a forza di mangiare pillole di pollo.

"Welcome to this meeting! You are the...."- ci pensa un attimo...deve fare i suoi conti..." second person in this conversation"
E mentre parlo da sola al telefono- ci saranno pure gli altri ma io non li vedo e non li sento manco tanto bene- mi rendo conto di quanto sia poco produttiva, questa evoluzione della specie di conference calls.
E adesso chi parla? A chi tocca? Posso interrompere? Puoi ripetere?
Ma soprattutto: come sei vestito oggi?

SPACE INVADERS

Al parco i bimbi giulivi giocano a rubarsi le macchinine.
Il bimbo A ruba la macchinina al bimbo B. La mamma del bimbo B si avvicina al bimbo A, riprende la macchinina e gli dice, con fare solenne: "You may not do such a thing again. Do you realize that? By taking away that car, you are invading his space."

Saturday, May 1, 2010

IL TIRALATTE ELETTRICO

La tortura cinese postcontemporanea che mi fa sentire meno in colpa di odiare l'allattamento.
Venti minuti moltiplicati per tre, moltiplicati per tanti giorni quanti bastano a farmi passare il senso di colpa e permettermi una serena ricollocazione del tiralatte nell'armadio.

(ps. si ringrazia il tiralatte per l'opportunita' di poter mungere il mio seno permettendomi allo stesso tempo di scrivere questo post. Nuova tecnologia 'senza mani'. Mugnaio autoreggente.)

32 DICEMBRE: Ecologia Natalizia

"Eravamo felici assieme, avevi giurato di amarmi, mi sei venuto a cercare in mezzo agli altri, mi hai riempito di regali, mi hai persino presentato ai tuoi genitori...e dopo quella splendida notte assieme, mi lasci cosi'" pianse l'albero di Natale mentre veniva scaraventato a terra con il suo tronco mozzato, senza piu' acqua, senza sorriso.
All'angolo di ogni strada, per centinaia e migliaia di strade morivano gli alberi di Natale vivi.
Mentre quelli di plastica ridevano nell'armadio e nelle cantine.
Doveva essere il 32 dicembre.