Tuesday, August 3, 2010

L'Arte dell'Improvvisazione

Ore 10, calma piatta. Spiaggia. Mare olio. Bimbi sporchi di sabbia. Secchielli, palette, ombrelloni stile proletariato italico. Bikini. Fila di donne su sdraio. Chiacchiere sparse nell’aria. Leggerezza diffusa. Senso generale di fiducia nel futuro.


Ore 10.01. Sirene. Sirene assordanti che piovono dall’alto. Sembra che Dio abbia acceso l’allarme. E’ l’allarme tsunami.

Scompiglio generale tra gli italiani. “Prendi l’ombrellone...ma no, che te frega...Mamma voglio finire il castello di sabbia...sbrigati senno’ ti do una palettata...ao’, che c’abbiamo le riserve de cibo?...io ho una banana nella borsa...corri...fermati...che scappi in topless?...di qui...di la’...chiama tua madre...dove vai...dove si va?”

Americani al rallentatore. Lento sollevamento degli asciugamani, accompagnato da svogliata vestizione, chiusura eventuale di libri e spegnimento di apparecchi elettronici, seguito da tartarugonica passeggiata in direzione parcheggio.


Era l’esercitazione del lunedi mattina.



Tsunami. Incendio. Terremoto. Terza Guerra Mondiale. Invasione Extraterrestre. In America c’e’ un' esercitazione per tutto. Nelle spiagge, nelle scuole, nei centri commerciali, nei villaggi. Esercitarsi a salvarsi la vita. Esercitarsi a vincere la paura. Esercitarsi a fare del proprio meglio, anche davanti alla morte.


E Giacomino chiede “Ma se lo Tsunami arriva veramente il lunedi mattina, come lo sanno che non e’ un’esercitazione?”

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