Tuesday, August 31, 2010

CHE FLASH

Non riesco a mettere a fuoco quello che mi manca di piu’.

Se il ghigno del fotografo quando ti allungava le foto- e allora voleva dire che c’era scappato qualche scatto osceno- tipo le tette di tua madre che fa topless o il piede peloso del tuo amico con i sandali da frate.

Oppure il momento magico di apertura della busta, quando ancora dovevi pagare- (perche’, onestamente, chi ha mai resistito fino a casa per guardare le foto?)-e ti pizzicavano le mani, ed il cuore palpitava, anche quando si trattava semplicemente del reportage sui gatti.


Forse e’ quell’attimo tra le due cose.

Quel momento in cui ti sembrava tutto possibile, anche di trovare una foto della tua compagna di banco nuda, o del tuo naso inspiegabilmente ‘francese’, o il primo piano del barista piu’ figo del locale- che forse anche prendendolo al buio senza flash, da dietro, chesso’ magari la faccia era uscita lo stesso.

E alla fine, per non buttare via niente, si teneva anche il tramonto buio, il gruppo di amici in controsole, il cantante sfuocato e la fidanzata senza testa.

E i migliori scatti erano sempre quelli fatti per sbaglio, quando nessuno era pronto e ti era scappato il dito. I peggiori erano quasi sempre quelli che avevi chiesto di fare alla signora grassa con l’accento romagnolo, che passava di la’ per caso e ti aveva detto di essere bravissima.


Che nostalgia.

Mentre rivedo per la centesima volta le foto che sto per stampare. Le ho gia’ viste mentre le facevo, quando le mostravo in giro, mentre le modificavo e le selezionavo. Le osservo un’altra volta qui dal chiosco digitale , che le inviera’ direttamente alla macchina per la stampa.

Non ci sara’ nessun ghigno, nessun effetto sorpresa. Nessun errore.

Saranno pronte tra 54 minuti.

E il risultato sara’ sicuramente...poco naturale.

Monday, August 30, 2010

Il Pezzo Mancante

STRIDER. E’ il nome di una bicicletta blu senza pedali. Come un’auto senza volante o un aereo senza ali.

In una passeggiata di venti minuti sono almeno venti le persone che ci fermano per chiederci dove l’abbiamo comprata. Cesare sorride.

Una bicicletta per imparare a stare in equilibrio. Cesare sorride. Sa che se comincia con strider, presto sapra’ governare una vera biciletta, di quelle senza rotelle.

Un’altra invenzione americana.

Il bello sta proprio nel pezzo mancante.

Il bello sta sempre nel pezzo mancante.

La vacanza che sognamo da una vita. La casa che non avremo mai. Il lavoro perfetto. L’amore impossibile.

Cesare sorride. In fondo si diverte anche senza il pezzo mancante.


Saturday, August 28, 2010

"Visita" Turistica

Al mio vecchio e zoppicante vicino di casa francese- storico chef personale di JFK- lo scorso sabato e’ venuta voglia di andare al ristorante a mangiarsi una bella bistecca al sangue. (Cosa perfettamente comprensibile, anche per un cuoco francese).

Di sangue in effetti quel giorno ne ha visto parecchio, ma di ristoranti nemmeno uno: uscendo di casa e’ inciampato su un gradino ed e' atterrato di faccia, rompendosi il naso.

La visita culinaria si e’ trasformata in una pittoresca escursione al pronto soccorso.

E cosi il suo naso penzolante e’ andato in gita all’ospedale, e’ stato fotografato dai raggi x ed e’ stato spedito a Melbourne per un’oretta.


Il CPMC, uno dei maggiori ospedali di San Francisco, non ha infatti nessun radiologo operativo durante il weekend. Le lastre vengono spedite via email in una sede distaccata- molto distaccata- a Melbourne ed interpretate da un radiologo australiano.

La diagnosi viene poi reinviata a San Francisco entro un’ora.

In pratica il naso ci spedisce pure una cartolina dal paese dei canguri.


Raggi X a lungo raggio: la nuova frontiera del turismo ortopedico.


Saturday, August 14, 2010

L'Ultima Spiaggia

Una cosa che non si evolvera’ mai in America sono i granellini di sabbia.

Non si fonderanno mai con lattine, pezzi di vetro, mozziconi di sigarette, tappi di bottiglia. Non cambieranno colore, non si ubriacheranno, non faranno amicizia con un tubo di crema.

Da San Francisco a Santa Monica, da Los Angeles a Martha’s Vineyard, da Honolulu a San Diego: la sabbia rimarra’ sabbia.

Perche’ in America sono vietati gli stabilimenti, gli alcolici, il fumo.

Perche’ in America gli esseri sono davvero umani e non lasciano montagne di plastica, ma al massimo castelli di sabbia.


Cammino per Kaena Beach guardando l’orizzonte e mi chiedo che fine avranno fatto i granellini italiani.

Mi par di aver capito che siano all’ultima spiaggia dell’evoluzione.




Thursday, August 5, 2010

Prova Contraria

Hai cinquant’anni. Sei ancora tremendamente bello. Ti senti un ragazzino. Magari fai sport e mangi sano. E forse sei pure un tantino egocentrico.

Trasferisciti in America.


Ti domanderanno ancora di mostrare la carta di identita’ ogni volta che compri una birra.

Al ristorante, nei bar, nei supermercati.

Automi travestiti da cassiere ti chiederanno e richiederanno la carta di identita’ recitando un copione invisibile, scolpito nel loro cervello.

Non importa se sei gia’ passato ieri o un’ora prima. Non importa se vai in giro col bastone, o sei senza capelli, o hai ventiquattro figli.

In America, tutti pensano ancora che tu abbia meno di 21 anni.

Perche’ in America, uno e’ sempre innocente, fino a prova contraria. Non c’e’ giudizio, non c’e’ preconcetto.


Dura un attimo. L’ipotesi di essere ancora ventenne. I secondi che ti dividono dal tuo portafoglio. Mentre tiri fuori la patente e ti viene da ridere. E pensi a quando ventanni li avevi davvero. E le birre erano le stesse, ma c’erano pure gli amici, i motorini parcheggiati fuori e le pischelle sul sedile dietro. E, ironia del destino, anche le patenti truccate.


Tuesday, August 3, 2010

L'Arte dell'Improvvisazione

Ore 10, calma piatta. Spiaggia. Mare olio. Bimbi sporchi di sabbia. Secchielli, palette, ombrelloni stile proletariato italico. Bikini. Fila di donne su sdraio. Chiacchiere sparse nell’aria. Leggerezza diffusa. Senso generale di fiducia nel futuro.


Ore 10.01. Sirene. Sirene assordanti che piovono dall’alto. Sembra che Dio abbia acceso l’allarme. E’ l’allarme tsunami.

Scompiglio generale tra gli italiani. “Prendi l’ombrellone...ma no, che te frega...Mamma voglio finire il castello di sabbia...sbrigati senno’ ti do una palettata...ao’, che c’abbiamo le riserve de cibo?...io ho una banana nella borsa...corri...fermati...che scappi in topless?...di qui...di la’...chiama tua madre...dove vai...dove si va?”

Americani al rallentatore. Lento sollevamento degli asciugamani, accompagnato da svogliata vestizione, chiusura eventuale di libri e spegnimento di apparecchi elettronici, seguito da tartarugonica passeggiata in direzione parcheggio.


Era l’esercitazione del lunedi mattina.



Tsunami. Incendio. Terremoto. Terza Guerra Mondiale. Invasione Extraterrestre. In America c’e’ un' esercitazione per tutto. Nelle spiagge, nelle scuole, nei centri commerciali, nei villaggi. Esercitarsi a salvarsi la vita. Esercitarsi a vincere la paura. Esercitarsi a fare del proprio meglio, anche davanti alla morte.


E Giacomino chiede “Ma se lo Tsunami arriva veramente il lunedi mattina, come lo sanno che non e’ un’esercitazione?”

Sunday, August 1, 2010

REALTA' CONDITA

La ferita brucia ancora, e sanguina, sotto il cerotto gigante che mi copre mezzo polpaccio.

“Sono caduta su una roccia mentre facevo surf”

“...per schivare uno squalo”

“...e tentare di salvare una tartaruga in via di estinzione”.

Non plausibile.


Proviamo con la verita’.

“Ero al supermercato ed un tizio ha fatto cadere a terra una fila di bottiglie di vetro”

“...il vetro si e’ rotto in mille pezzi e mi ha colpito alla gamba”

“...le bottiglie in questione erano piene di aceto balsamico- quello di Modena, per la precisione- quindi, oltre al dolore, ero pervasa da un intenso bruciore disinfettante”

“...il piccolo rivolo di sangue si confondeva con gli schizzi di aceto che mi coprivano le gambe, le braccia, il volto, rendendo impossibile distinguere le ferite dalle macchie"

“...gli americani hanno cosi’ inviato un esercito di infermieri, paramedici ed estremi untori al mio cospetto”

“...tra le sirene spiegate e la folla dei curiosi, mi hanno investito di potenti getti d’acqua da tutti i lati - stile pompieri”

“...mi hanno poi applicato un cerotto di 40 centimetri (per una ferita di 2), e cosparso di “oh My God!’”

“...e mentre uscivo, ancora zoppicante, mi hanno fatto firmare un contratto in cui dichiaravo che non avrei mai fatto una causa milionaria al supermercato per la fallosa disposizione delle bottiglie di aceto sugli scaffali”

Non so se aggiungero’ mai piu’ l’aceto sull’insalata. Mi sembrerebbe un’esagerazione.