Wednesday, September 29, 2010

Specchietto Retrovisore

Guardarsi indietro non e’ mai stato cosi’ bello.


La cosa sorprende anche me, incallita nostalgica.

Io che nel giorno del mio diciottesimo compleanno rimpiangevo la passata giovinezza.

Io che mi siedo a guardare il mare e tiro fuori un vecchio film dalla biblioteca mentale dei ricordi.

Io che allungo la strada per tornare a casa, solo per riascoltare una canzone. Per ripensare ad un momento. Per riassaporare un bacio. Per rivedere un vecchio amico.


San Francisco offre un’ ottima scusa per guardarsi indietro.

Un’incredibile visuale dallo specchietto retrovisore.


Un sali scendi di asfalto inondato dal sole, una striscia continua di case appuntite, che sembrano sgomitare tra loro per farsi spazio verso il cielo. Distese ordinate di alberi e marciapiedi di rose. In lontananza, l’azzurro della baia costellata di vele bianche e kite fosforescenti.

Eppoi, la citta’ che ti respira addosso: un vento che non si vede, ma c’e’ sempre, e sospinge il tuo viaggio tra le colline, dandoti l’illusione di volare.


Il risultato e’ un’ altalena mozzafiato, un paese delle meraviglie da cui non riesci a distogliere lo sguardo.

Come uno di quei quadri dalla prospettiva distorta, che pare disegnato dal cappellaio matto per confondere le idee.


Una composizione piena di errori, che nel suo complesso sembra perfetta.

Come un ricordo.




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